Ti è mai capitato di svegliarti la mattina, prepararti il tuo caffè e, ad un certo punto, renderti conto che è tutto perfetto? Che negli ultimi giorni tutto è andato bene, hai portato a termine le attività previste, hai fatto l’ora di attività fisica, ti senti soddisfatto delle tue relzioni. E così, quasi nello stesso momento, senti un brivido lungo la schiena. Ti paralizzi e ti chiedi subito quale tragedia sta per compiersi!? Per forza deve accadere qualcosa di brutto… non è possibile sentirsi così bene, così tranquilli. Oppure sei in compagnia di una persona che ami e ti senti bene, stai trascorrendo del bel tempo e, improvvisamente, diventi malinconico, cupo, ti rendi conto che tutto può finire, che qualcosa di brutto può accadere.

Ecco, la vunerabilità è questo. E’ sentirsi privi di controllo, un libro aperto in balia di un bimbo con una scatola di pennarelli. Si è vulnerabili quando abbiamo paura della perdita, quando abbiamo paura del giudizio altrui, quando abbiamo paura di provare imbarazzo e vergogna. Siamo vulnerabili quando amiamo, quando gioiamo, quando ci reinventiamo, quando usciamo dalla nostra zona di comfort.

Brenè Brown e Theodore Roosevelt

Brenè Brown è una professoressa, ricercatrice, divulgatrice scientifica specializzata nello studio del coraggio, della paura, della vergogna e dell’empatia. Qualche tempo fa ha partecipato ad un TED talk parlando del potere della vulnerabilità – ti lascio il link a fine articolo -.  Su Netflix, è disponibile una sorta di documentario in cui espone la sua idea di coraggio e sull’importanza di vivere la paura. Devo dire che per me è stato davvero illuminante ascoltare le sue parole. Per farti comprendere meglio ti metto qui una parte del discorso di Theodore Roosvelt fatto nel luglio 1910 all’Università Sorbona di Parigi, ripreso dalla stessa Brown:

Non è colui che critica a contare, né colui che indica quando gli altri inciampano, o che commenta come una certa azione si sarebbe dovuta compiere meglio.
L’onore spetta all’uomo nell’arena. L’uomo il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue.
L’uomo che lotta con coraggio, che sbaglia ripetutamente, sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e mancanze.
L’uomo che dedica tutto sé stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo, e che si spende per una causa giusta.
L’uomo che quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato.
Quest’uomo non avrà mai un posto accanto a quelle anime mediocri che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta.

Non temere il fallimento

Che pensiero ti rimane leggendo le parole di Roosevelt? E’ un messaggio davvero ricco di significati ma penso concorderai con me che è un chiaro invito all’azione. Spesso quando facciamo qualcosa che ci fa sentire vulnerabili come dire “ti amo” per primi, fare una proposta di avanzamento di carriera al tuo capo, intraprendere un hobby o nuovo lavoro, subito dopo abbiamo i cosidetti postumi da vulnerabilità. Così li definisce la Brown e trovo sia perfetto.

Sì, ci sentiamo in balia delle nostre emozioni, ci chiediamo chi ce lo ha fatto fare, vorremmo sotterrarci, scappare, cambiare identià, continente, probabilmente universo! Sappiamo che ci siamo esposti al rischio, la risposta certa non la sappiamo ma ci abbiamo provato lo stesso. Non conosciamo l’esito ma speriamo. E la speranza alimenta il coraggio di attraversare la paura. Possiamo fallire ma possiamo anche farcela. Soprattutto, come dice la Brown, è davvero fallimento quando troviamo il coraggio di provarci al di là della nostra paura? Sì, l’obiettivo non lo raggiungiamo magari… al “ti amo” viene risposto “io no”, all’avanzamento di carriera viene chiusa una porta in faccia ma tu ci hai provato. Non rimani nell’amarezza del “se avessi…”.

Paura del giudizio

E i giudizi altrui? Se qualcuno mi critica? Siamo programmati per essere animali sociali e come tali l’appoggio dei nostri simili lo ricerchiamo come un istinto naturale. Perciò possiamo dire che quello che dicono di noi non ci interessa ma in qualche modo un po’ ci sfiora sempre. L’importante è ricordarsi che il giduizio, la critica, lo scherno, non ha efficacia se fatta da chi non ha avuto coraggio. Quando a parlare è chi rimane nel suo comfort e si limita a guardare te e ad aspettare il tuo prossimo fallimento… beh, questo si che non deve contare. E’ una palestra, un continuo esercitarsi a lasciar andare ciò che non conta tenendo vicino a te ciò che conta realmente, ciò che ti da la forza di sentirti vulnerabile.

Il coraggio e la vulnerabilità

Nel suo speech la Brown ci da un’importante informazione: il coraggio viene misurato in funzione di quanto si è disposti ad essere vulnerabili. In effetti, se ci pensiamo, per fare qualcosa che ci fa paura ci dobbiamo necessariamente sentire esposti, vulnerabili. Più siamo disposti a sentirci spaventati e privi di controllo sull’esito della nostra azione, più stiamo avendo coraggio. Non si tratta di vincere o di perdere, alla fine vinci sempre se ci provi no?coraggio

Cerco di spiegarmi meglio, se la vulnerabilità è il fulcro della vergogna, della paura, del dolore, della perdita, è anche il fulcro della gioia, dell’amore e del senso di appartenenza. Se decidi di  rimanere fermo, di lasciarti paralizzare dalla paura, dalla vergogna e dai postumi della vulnerabilità decidi anche di non vivere pienamente l’amore, la gioia e il senso di apparteneza. A volte proviamo gioia e ci freniamo nell’esprimerla per paura di cosa possa accadere di brutto se ci concediamo quel momento di serenità. Altre volte evitiamo di essere autentici per paura di essere rifiutati. Il problema è che a lungo andare, questo modus operandi può logorarci. Le cose brutte accadono lo stesso, accadono sempre. Se viviamo pienamente l’amore, la vita, le cose brutte possono essere più “leggere”, possiamo dimenticarci dei rimpianti e dire un “Beh dai, almeno…”.

Rieccoci con la gratitudine

Qualche settimana fa ho pubblicato un articolo completamente dedicato alla gratitudine, ecco perchè questo rieccoci 🙂 . In effetti, la gratitudine è un sentimento così potente ed importante che emerge in quasi ogni buon argomento psicologico. La Brown racconta che, nelle sue numerose ricerche, quello che accomuna i partecipanti che riuscivano a vivere pienamente la gioia senza quel presagio di tragedia è la gratitudine! Il saper rendere quella sensazione di vulnerabilità data dalla gioia, occasione in più per sentirsi grati ed esprimere gratitudine è il “segreto”. Ma… Attenzione… la gratitudine non è forse portatrice di vulnerabilità? Eh… mi sa di sì! Quando ci sentiamo grati per avere qualcuno nella nostra vita possiamo sperimentare la famosa paura che qualcuno ce lo porti via. E allora cosa fare? Esercitarsi, ogni giorno, un po’ alla volta a sperimentare il senso di gratitudine. Ti lascio qui il mio articolo sulla gratitudine per ulteriori approfondimenti ed esercizi.

Inoltre, è importante dedicarti alle sensazioni che ti da la paura e il sentirti vulnerabile, lasciati attraversare da queste emozioni. Possono esserci situazioni che ti fanno sentire tanto vulnerabile da non riuscire a far fronte da solo o semplicemente leggendo articoli come questo. Allora non temere, rivolgiti ad uno psicoterapeuta e affronta tutto insieme a chi può davvero aiutarti.


E tu cosa ne pensi della vulnerabilità e del coraggio?

Ti va di raccontarmi come hai affrontato una situazione che ti spaventava?

Se ti va raccontami la tua esperienza, dimmi la tua opinione. Puoi scrivere qui sotto nei commenti o mandarmi un messaggio privato.

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Aspetto la tua PsicoRiflessione 😉


Ti lascio qui sotto il materiale di approfondimento:

TEDxHoustone, Brenè Brown. The power of vulnerability

Brown, B. (2013). Osare in grande. Come il coraggio della vulnerabilità trasforma la nostra vita in famiglia, in amore e sul posto di lavoro. Roma: Ultra.

Brenè Brown: trovare il coraggio. Netflix.

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