Oggi, con i vari dispositivi elettronici, siamo sempre più portati a fare più cose nello stesso momento, ad essere multitasking. Guidi mentre parli al telefono (con gli auricolari si intende); studi mentre ti teni in contatto whatsapp con amici e colleghi; lavori mentre gestisci il gruppo genitori su facebook; guardi un film e il telefono esplode di notifiche a cui presti attenzione. Insomma, sembra che la tecnologia non dia via di scampo, se sei connesso devi essere presente! Anche quando stai facendo qualcos’altro.

Il multitasking non è riferito solamente alla necessità di rispondere a messaggi, gestire social e via dicendo mentre stai facendo altro, riguarda anche qualcosa di meno tangibile. Ad esempio, state sempre guardando il vostro bel film e nel frattempo, nella vostra mente, state organizzando la giornata di domani, facendo una lista della spesa, pensando a come risolvere quel problemino… ed ecco che non sapete nemmeno più se siete sul divano o sulla scrivania.

Capire il multitasking

Innanzitutto, diamo una definizione di multitasking, con questo termine si intende la capacità di fare più cose contemporaneamente. Più ruoli diversi rivesti nella tua vita, più compiti diversi sei chiamato a svolgere; più stimoli ti circondano, più la necessità di fare più cose insieme ti accompagnerà. Infatti, che sia più o meno positivo, è necessario nella nostra società sviluppare una flessibilità tale, da incastrare più cose in un solo momento. E’ bene però, essere consapevoli che tale pratica non può essere applicata rigidamente nella nostra vita. Mi spiego meglio, dove e quando è possibile sarebbe positivo per il nostro benessere mentale ed emotivo, dedicare la nostra attenzione ad una cosa per volta. Quindi, se mentre allatti tuo figlio è necessario mantenere l’attenzione sul webinar della tua azienda e prendere appunti, magari mentre guardi il film la sera puoi provare a lasciare il telefono in un’altra stanza e prenderlo solo nella pausa tra primo e secondo tempo. Insomma, cercare un equilibrio. Ora vediamo come mai è così importante non farsi sovrastare dal multitasking.

Conseguenze per i fanatici multi-tasker

Diversi studiosi, tra cui il neuroscienziato Earl Miller, ci dimostrano che quando chiediamo al nostro cervello di fare più  cose insieme gli stiamo chiedendo di spostare l’attenzione da un compito all’altro molto rapidamente e, non di condivdere l’attenzione tra i vari compiti. Questo significa che se mentre svolgiamo il compito A iniziamo anche il compito B e poco dopo quello C, tutte le volte che ci stacchiamo dal compito A per passare a B o C, la nostra attenzione su A si spegne e si accende su B o C, quindi non rimane accesa su tutti e tre i compiti contemporaneamente. Questo può farci capire come mai incastrare più cose insieme possa essere davvero stressante e faticoso. E’ come passare costantemente e nell’arco di pochi minuti dalla quinta alla prima marcia. E’ comune sperimentare la sensazione di non essere realmente presente al compito, alla situazione, all’esperienza che si sta vivendo.

Ogni volta che c’è il rapido passaggio di attenzione, c’è un costo cognitivo che influisce sui compiti e sulle energie mentali del soggetto. Un reale vantaggio del multitasking lo si può trarre nel momento in cui uno dei compiti che si sta svolgendo è ormai automatico (es. archiviare documenti mentre si ascolta la riunione via skype). Come mai? Accade perchè più uno dei due compiti che svolgi è qualcosa su cui sei allenato, tanto da essere automatico (non devi pensare a come schiacciare invio sulla tastiera del pc), tanto più si previene il fenomeno dell’attentional blinking (cecità attenzionale) che, consiste nel non rendersi conto di uno stimolo che ci viene presentato, mentre siamo impegnati a rispondere ad un altro.

Quindi, cosa fare?

A volte, nonostante le nostre giornate possano sembrare infinite per gli impegni che abbiamo, ricche di cose da fare e che facciamo, abbiamo la sensazione di non concludere nulla. Anche se abbiamo fatto milletrenotordici cose diverse mentre facevamo quelle altre centocinquemila. Insomma, ci sembra sfuggire di mano la situazione.

Se mi segui sui social, hai visto che ho aperto un sondaggio in cui ho chiesto se “ti senti multitasking?”. Ecco, io sì, mi sento multitasking -sono fregata quindi?-. Assolutamente no! Come dicevo all’inizio la cosa importante è trovare un nostro equilibrio. La parola magica che mi sento di suggerire è flessibilità.

La velocità non è qualità. E la qualità non è velocità. Per lo meno non sempre. Siamo in un momento storico davvero complesso e nuovo. Già questo, di per sè, è stressante. Per aiutarci a vivere tale cambiamento, che sembra richiederci ancora più persone multitasking, è necessario puntare un po’ i piedi e fare almeno una delle cose della nostra quotidianità senza altre interferenze. Alleniamoci a dare il meglio, in termini di qualità e quantità, una cosa per volta. Possiamo provare partendo dal tempo che dedichiamo ad un hobby se può essere più semplice. Ad esempio, mentre ti dedichi l’ora di attività fisica, fai quello, lascia da parte il telefono. Oppure mentre studi o lavori, metti il telefono personale nel cassetto, dedicati al compito al 100% e, magari, fai piccole pause più frequenti (es. ogni 20 minuti di lavoro, 5 minuti di telefono).

Se deciderai di provare ad allenarti in questo senso fammi sapere il risultato! 🙂


Materiale di approfondimento:

Rachel F. Adler & Raquel Benbunan-Fich, 2012. Juggling on a high wire: Multitasking effects on performance.

10 rischi del multitasking – Psychology Today


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