Può capitare a tutti di sentirsi annoiati, inutili e irrequieti a causa di una situazione in cui la noia si impossessa bruscamente delle giornate. A volte, annoiarsi, non è quello che si aveva in programma ma ci sono circostanze che siamo obbligati a vivere, come quella attuale di emergenza per il Coronavirus. Vediamo insieme alcuni dei significati che la noia ha per la nostra identità, per la nostra società. In particolare, come conoscere questi significati può aiutarci a rendere prezioso anche un momento noioso.
Cos’è la noia
In questo periodo può essere abbastanza semplice soffermarsi ed immaginare le sensazioni che la noia può far provare: senso di irrequietezza, di inutilità, irritabilità, ansia. Ci sono persone che si annoiano più facilmente di altre e che, indipendentemente dal contesto ambientale, sperimentano frequentemente questo senso di insoddisfazione. Altre persone invece, non si annoiano così facilmente. Come tutti gli esseri umani però, sono influenzate dagli avvenimenti sociali e, se la situazione li mette in condizione di passività, sperimentano il senso di noia.
PASSO INDIETRO: IDENTITA’ SOCIALE
Cosa risponderesti se ti chiedessi: – “Raccontami chi sei, quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti, le tue personalissime caratteristiche?”-. Se ci pensi, quando devi raccontare chi sei a qualcuno, tendi a definirti in funzione di chi sei nei diversi contesti della vita e di come gli altri ti vedono. Magari qualcuno di voi si è descritto subito come tifoso di una squadra di calcio; altri come appassionati di un certo genere di musica. E ancora, chi si è definito come operoso e affidabile pensando a come si comporta sul luogo di lavoro; qualcun altro pigro e insoddisfatto pensando al suo rapporto con la palestra. Quindi, sembra proprio che il contesto in cui siamo e le persone che ne fanno parte giocano un ruolo essenziale nel definire la nostra identità.
In psicologia si definisce Identità Sociale l’immagine che ognuno ha di sé in funzione dei gruppi sociali a cui sente di appartenere. I pensieri, i comportamenti e le percezioni delle persone sono influenzate dai pensieri, dai comportamenti e dalle percezioni dei gruppi a cui appartengono.
IL BISOGNO DI APPARTENENZA
Il bisogno di far parte di un gruppo è stato approfondito da molti studiosi. Prima di vedere le diverse declinazioni che gli sono state date, è importante sottolineare che per sperimentare senso di appartenenza e soddisfare quindi, il corrispettivo bisogno, l’essere umano deve costruire relazioni piacevoli in cui c’è reciproca preoccupazione per il benessere altrui.
Veniamo a noi, Maslow è stato uno dei primi a individuare il bisogno di appartenenza e amore. Nella sua piramide dei bisogni lo ha indicato come bisogno da soddisfare necessariamente per sentirsi autorealizzati ma, secondario rispetto a bisogni primari come bere e mangiare. Bowlby invece, definisce il bisogno di appartenenza come innato quindi, un bisogno che nasce nello stesso momento in cui viene messa al mondo una vita. Il tempo, serve a far emergere il tipo di relazioni che si è propensi ad instaurare con l’altro in funzione dell’attaccamento sviluppato con la madre o con la figura di riferimento.
Ancora, Caporael evidenzia come il bisogno di appartenere a dei gruppi sia frutto dell’evoluzione umana. Infatti, il gruppo è da sempre fonte di cooperazione e aiuto per raggiungere importanti obiettivi. Un essere umano per sopravvivere ha bisogno di altri esseri umani, questo concetto è definito interdipendenza reciproca.
IL SENSO DI APPARTENENZA
Non è finita qui, il gruppo è fonte di importanti significati per la persona e sperimentare senso di apparteneza aiuta l’essere umano a definire la sua autostima, ad agire con certezza grazie alle norme / appoggio di gruppo, ad esorcizzare la sua mortalità.
Capiamo meglio. Heine, insieme ai suoi colleghi nel 2006, ha eleaborato la teoria del Modello di Mantenimento del significato (M.M.M.). Sostiene cioè, che per l’uomo creare un’esistenza signficativa e mantenere nel tempo questo significato è una motivazione sociale primaria. E’ importante per il proprio benessere. Appartenere a dei gruppi sociali in cui si costruiscono relazioni può agevolare il mantenimento di questo significato.
Il significato della propria vita è il risultato di 4 fattori:
- Appartenenza, cioè sentiamo che la nostra vita ha significato quando apparteniamo a gruppi sociali e costruiamo al loro interno relazioni piacevoli.
- Autostima o meglio senso di autoefficacia, la nostra esistenza ha significato quando apparteniamo ad un gruppo che ha caratteristiche che valutiamo positivamente. In questo modo ci possiamo sentire in grado di avere qualche effetto benefico sul mondo.
- Certezza e chiusura, far parte di un gruppo che valutiamo positivamente riduce l’incertezza su come sia giusto agire. Le norme del gruppo sono interiorizzate da chi ne fa parte e, descrivono i comportamenti più adatti da seguire, facendo così acquisire maggiore sicurezza su ciò che è “giusto fare”.
- Immortalità simbolica, sperimentare un buon senso di appartenenza ad un gruppo aiuta ad esoricizzare la paura di morire e alimenta la sensazione di lasciare qualcosa di significativo anche dopo la morte.
NOIA E IDENTITA’ SONO FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
Immaginiamo di essere costretti ad andare a lavoro e trovarci a svolgere un compito che ci annoia fino allo sfinimento. Siamo impiegati di un ufficio o operai di produzione e siamo lì, davanti al nostro pc, quello che dobbiamo fare proprio non ci va giù. Dobbiamo però, portare a termine quel lavoro e, oltretutto, dobbiamo dedicarci anche una grande quantità di tempo. Le ore sembrano non passare più e ogni giorno dedicato a quel compito ci regala grandi sbadigli e un senso di pesantezza che ci portiamo a casa.
Così, lentamente, iniziamo a percepire sempre più forte la nostra appartenenza alla categoria impiegati o operai. Non solo, la valutiamo anche sempre più positivamente, magari a discapito di altre categorie come quella dei dirigenti. Si formano delle vere e proprie fazioni.
Rafforzare l’identità sociale aiuta a ristabilire significato alla propria vita?
La noia minaccia il significato che diamo alla nostra vita, ci sentiamo insicuri e passivi, bisognosi di riscatto. In quanto minaccia, per ristabilire il nostro benessere reagiamo rafforzando il senso di appartenenza al gruppo. Questo comportamento ci aiuta a rinforzare la nostra autoefficacia, ad acquisire maggiore certezza dei comportamenti, ad allontanare la paura di morire. Pertanto, più mi annoio, più aumento il mio legame al gruppo a cui appartengo, che è significativo per me in quel momento. E’ stato anche dimostrato che tutto ciò non avviene sempre ma accade quando il legame che c’era tra la persona e il gruppo, prima di sperimentare il senso di noia, non era particolarmente profondo, ma sentito parzialmente. Infatti, chi aveva già questo profondo legame col gruppo non sente il bisogno di rinforzarlo nei momenti più noiosi.
QUINDI LA NOIA E’ ANCHE UN’EMOZIONE POSITIVA?
In un certo senso sì. Se accogliamo la noia e non la evitiamo, ad esempio mettendo in atto comportamenti autolesionistici come bere o utilizzare sostanze psicoattive, questa strana emozione può esserci ed essere davvero d’aiuto. Non sono qui per dirti che le varie forme che può avere l’altruismo sono solo dettate da motivazioni “egoisitiche” in cui l’altro è strumento per il proprio benessere. Quello che voglio dirti è che, non tutti gli stati d’animo spiacevoli, hanno come risultato azioni spiacevoli, anzi.
Il comportamento prosociale
Agire per fare del bene a sé, anche inconsapevolmente, e allo stesso tempo agire facendo del bene all’altro può essere davvero prezioso in momenti di emergenza. Qualche anno fa sono stati condotti degli studi psicosociali ( Tilburg e Igou, 2011). In uno di questi studi è stato mostrato come la motivazione ad impegnarsi in qualcosa di importante per la propria vita sia influenzato fortemente dalla noia. In più è stato mostrato come, da annoiati questa motivazione cresce e aumenti anche la volontà di rafforzare il proprio senso di appartenenza ad un gruppo. Magari mettendo in atto comportamenti prosociali. Quindi, dare spazio alla noia può favorire la motivazione ad agire positivamente per sè e per gli altri. Infatti, viene dimostrato come in situazioni di noia i partecipanti all’esperimento fossero più predisposti a fare beneficienza e come questo comportamento fosse mosso dalla volontà di ristabilire significato alla propria esistenza.
In sostanza ci serviamo del gruppo per un puro interesse egoistico? Non la metterei così, piuttosto direi che il senso della nostra vita non può prescindere dall’altro che rappresenta un’importante fonte di significato.
Se ci pensiamo bene, potremmo rispecchiarci in questa descrizione, ora siamo più o meno tutti costretti a casa per un’emergenza sanitaria di enorme portata che già di per sé minaccia la nostra vita. In più, la noia che può assalirci nella giornate più buie può alimentare questo senso di precarietà della propria vita e di inutilità. Non è tutto solo negativo. Possiamo riscoprire la bellezza di appartenere ad un gruppo di persone in cui possiamo avere spazio per agire positivamente per il nostro bene e per il bene dell’altro. Dare spazio alla noia, affrontarla, può darci l’occasione perfetta per riscoprire quanto possiamo essere importanti per gli altri e ci può concedere la possibilità di sentirci abbracciati, metaforicamente, da un grande senso di appartenenza e condivisione.
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Ti lascio qui sotto il link di alcuni articoli scientifici a cui faccio riferimento nell’articolo:
J. Correll & B. Park, 2005, A Model of the Ingroup as a Social Resource
Grazie, Marti.
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