Pensiamo ad una situazione che può capitarci nella nostra quotidianità. Siamo a lavoro, magari in un supermercato e, prepariamo l’etto di prosciutto cotto che ci è stato chiesto. Lo affettiamo, lo imbustiamo e lo porgiamo alla signora davanti al banco: “Ecco Signora, ha bisogno d’altro?”. Silenzio, veniamo guardati e nessun grazie, nessun buon lavoro. Niente. Questo episodio accade più volte nell’arco della giornata lavorativa, come ci sentiremo a fine giornata? Pensiamo ora alla situazione opposta, prepariamo il solito etto di prosciutto cotto, con attenzione cerchiamo di non sforare e di tagliarlo sottile come ci è stato chiesto. Imbustiamo e porgiamo la busta di affettato alla signora davanti al banco che ci dice un bel “Grazie!” e magari con un bel sorriso. Questo si ripete più volte nell’arco della giornata, come ci sentiremo? Nel primo caso penso che la frustrazione farebbe capolinea in noi e nel secondo probabilmente saremo soddisfatti di noi stessi, del nostro lavoro e più propensi ad assumere un atteggiamento, a nostra volta, di gratitudine verso l’altro.

Ricevere gratitudine, sia per un’azione che potrebbe essere definita banale, come raccogliere il cappotto  caduto ad una signora in treno, sia per un’azione più impegnativa come essere da sostegno ad un parente in una situazione di dolore e malattia, fa bene al cuore. Ci fa sorridere, magari non ce ne accorgiamo immediatamente, ma qualcosa in noi muta nel tempo. Anche il nostro senso di efficacia ne gioverà. Sentire che qualcuno ci apprezza o apprezza quello che noi abbiamo fatto, influenza la percezione che abbiamo di noi stessi, portando a guardarci con occhi meno severi e più soddisfatti.

Invidia e gratitudine

Per dare una definizione alla gratitudine mi rifaccio alle parole di Martin Seligman, padre fondatore della Piscologia Positiva. Seligman, descrive la gratitudine come l’essere consapevoli e grati per le cose buone che accadono. In psicologia spesso si identifica come opposto della gratitudine, l’invidia, definita come una gabbia che ostacola la libertà del vivere in armonia con sè e con gli altri. Perchè? Essere invidiosi significa non riuscire a vedere e a percepire le cose positive della propria vita e ritenere la vita altrui SEMPRE migliore della propria. E’ come dimenticarsi che ” Non è tutto oro quello che luccica”. Essere grati, invece, vuol dire mettere in risalto gli aspetti positivi della propria realtà mantenendo la consapevolezza che nulla è da dare per scontato. Il benessere psicologico non può prescindere dallo stimolarsi e dal stimolare le persone, ad essere grate nonostante tutto. In questo modo si favorisce la resilienza psicologica e il proprio senso di efficacia.

Come essere felici grazie alla gratitudine

Prendendo come esempio il lavoro di ricerca fatto da Seligman e colleghi nel 2005 ti voglio introdurre al concetto di felicità e alla miglior palestra emotiva per accrescerla. Per felicità si intende:

  1. provare emozioni positive e piacere nelle attività che si svolgono nella propria vita;
  2. sentirsi impegnati e particolarmente coinvolti, ingaggiati, con le attività della propria vita;
  3. percepire la propria vita come piena di significato, con un senso.

Le persone che risultano essere più soddisfatte, più “felici” sono quelle che si prendono cura di  tutti e 3 i punti elencati sopra, con particolare attenzione al sentirsi coinvolti in ciò che si fa e con un chiaro senso della propria esistenza (Peterson, Park, & Seligman, 2005b). Le persone felici sono più sane, più efficaci e socialmente impegnate.

Quindi, cosa fare per sentirsi più felici?

Esatto!! Imparare ad usare la gratitudine! So che lo stavi pensando 🙂 Non solo ma la gratitudine è un ottimo punto di partenza. Sempre nello studio del 2005, Seligman e colleghi, hanno svolto una ricerca su un campione rappresentativo di soggetti depressi a cui hanno fatto fare alcuni esercizi. I risultati hanno evidenziato che, in particolare, 2 esercizi di gratitudine hanno avuto una ricaduta positiva sul tono dell’umore dei partecipanti, diminuendo i sintomi depressivi e incrementando la felicità.felicità

Quali sono questi esercizi?

Il primo è l’esercizio delle tre cose buone. Ai partecipanti è stato chiesto di scrivere, a fine giornata, tre cose che erano andate bene, per cui essere grati e di dare per ciascuno una spiegazione. Questo per una settimana. 

Il secondo esercizio è la visita di gratitudine. Ai partecipanti è stata data una settimana per scrivere e consegnare  personalmente una lettera di gratitudine a qualcuno che era stato particolarmente gentile con loro ma che non era mai stato sufficientemente ringraziato.

Periodicamente, nell’arco di 6 mesi e con dei questionari sono stati misurati i sintomi depressivi e la felicità. Queste misure hanno fatto emergere come entrambi gli esercizi hanno avuto effetti benefici e positivi, diminuendo i sintomi depressivi e aumentando la percezione di felicità. Ma con una differenza. Il primo esercizio, le tre cose buone, ha questo effetto per tutti i sei mesi in cui sono stati controllate depressione e felicità mentre, la visita di gratitudine ha un effetto più breve nel tempo, circa 1 mese e una settimana.

Quindi direi che vale la pena provare, cosa dici? 😉

Perchè è utile donare gratitudine?

A volte appare come un bisogno impellente, dobbiamo dimostrare la nostra gratitudine, far sentire all’altro quanto gli siamo riconoscenti e se questo spazio non ci viene dato, sentiamo una tensione crescere dentro noi, fino a sentirci inadeguati. Perchè accade questo? Essere grati é come ammettere con se stessi che qualcuno ha pensato al nostro bene e/o ci vuole bene. Questo pensiero ha un impatto positivo sul nostro equilibrio psichico infatti, dona serenità la percezione che nel mondo ci siano persone in grado di capirci a tal punto da agire a nostro favore. Ci dona ancora più serenità però, ritenerci capaci di mostrare quanto di più autentico proviamo.

L’amore, non a caso, è strettamente legato alla gratitudine. Se siamo in grado di dimostrare quanto siamo grati alla persona che amiamo, anche solo per la sua presenza, ci sentiamo bene con noi stessi. amoreEsprimere il proprio riconoscimento aumenta la percezione di auto-efficacia, quindi la percezione di quanto siamo efficaci in quello che facciamo, come costruire una relazione. Inoltre, donare questo sentimento a chi amiamo, ad esempio, gli permetterà di sperimentare a sua volta un senso di auto-efficacia, che concorre nel nutrire la relazione e il sentimento che è alla sua base.

Esser-CI grati

Va bene essere grati e va bene ricevere gartitudine dal mondo esterno ma quanto è importante donarci gratitudine? Oserei dire, indispensabile. Come in tutte le cose non si può dipendere esclusivamente dal resto, dall’altro. E’ necessario essere anche autonomi e trovare l’equilibrio migliore per noi tra questi due aghi della bilancia. Ma cosa significa nel concreto?  Esserci grati è la capacità di guardare dentro di sè ed indivduare tutti quegli aspetti che ci permettono di essere orgogliosi di quello che siamo e di quello che facciamo. E’ molto complesso riuscire a mettere in atto questo tipo di lavoro con noi stessi, tendenzialmente si è molto severi col proprio sè. Spesso siamo severi con noi perchè ci concentriamo troppo sul nostro passato pensando “a cosa avrei potuto fare o essere” e troppo sul futuro “devo riuscire a…; tra due anni sarò“. Non fraintendermi, passato e futuro sono fondamentali per conoscerci meglio e per non dimenticarci di essere generativi ma, dobbiamo imparare a guardare queste due dimesnioni temporali con più “morbidezza”. Inziamo pensando un po’ di più a cosa ci dice il nostro presente anche in termini di gratitudine.

Se provi a fare gli esercizi di Seligman scrivimi e fammi sapere com’è andata, come ti sei sentito 🙂

E’ importante condividere certi significati, ci aiutiamo l’un l’altro a capire cosa può farci stare meglio e in questo perido ne abbiamo bisogno!


Cosa ne pensi? Scrivimi nei commenti qui sotto o mandami un messaggio privato e fammi sapere la tua opinione 😉

 Ah! Se vuoi spargere il messaggio condividi sui tuoi social 🙂


Ti lascio qui sotto il link di alcuni riferimenti scientifici:

Seligman, M.E.P., Steen, T. A., Park, N. & Peterson, C., (2005). Positive Psychology Progress Empirical Validation of Interventions. Tidsskrift for norsk psykologforening, 42, 874-884.

Seligman, M. E. P., & Csikszentmihalyi, M., (2000). Positive psychology [Special issue] American Psychologist, 55, (1).

Klein, M. (2012). Invidia e Gratitudine. Milano: Giunti Editore.

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